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Si è svolto in data odierna un incontro tra Azienda e Segreterie Nazionali delle OO.SS. presenti in Azienda unitamente al Coordinamento Rsu per avviare la trattativa in merito al rinnovo dell’accordo sul lavoro agile.

Con l’obiettivo asserito di “ricollocarci in una dimensione comunitaria del lavoro”, che prevede la condivisione di spazi, tempo e socialità, con l’intento dichiarato di valorizzare le relazioni personali e con la necessità rimarcata più volte di perseguire meglio il business aziendale, è stata illustrata l’intenzione aziendale di cambiare il paradigma del modello organizzativo aumentando la percentuale di presenza rispetto a quella del lavoro agile.

Per il call center: 70% in presenza e 30% lavoro agile, pari a 15 gg in sede e 7 a casa con articolazione alternata in ogni settimana argomentando che tale necessità deriverebbe da presunti dati attestanti calo delle performance e inefficienza.

Per gli uffici: dopo una iniziale perentoria affermazione di non ravvisare la necessità di introdurre variazioni, nel corso della trattativa sono state fatte affermazioni di senso contrario, facendo capire che invece anche per gli uffici si pensava di introdurre modifiche, ma per quali settori e di che tipo, non è stato dato sapere.

Dopo tanti mesi e dopo le tante proroghe l’incontro di oggi è stato sorprendente in negativo per la modalità e per contenuti.

Ci aspettavamo di avviare una discussione volta alla costruzione di un modello organizzativo per gli anni a venire e abbiamo trovato una proposta di scenario che nulla ha a che vedere con bilanciamento tempi di vita e di lavoro, con politiche sostenibili ambientali e con la ricerca di un punto avanzato di equilibrio.

E’ una proposta che restituisce l’inaccettabile idea di una parte di Azienda che non si merita la modalità agile del lavoro, una modalità che quindi pare essere considerata un premio, un benefit più che un modello di organizzazione del lavoro della quale però in due anni abbiamo sentito e letto grandi parole di autocelebrazione.

Oltre a queste due notizie, nulla è stato detto e risposto in merito a sedi e capienza delle stesse dopo le riduzioni fatte, nulla in merito al riconoscimento economico delle spese di luce e gas che i lavoratori hanno sostenuto e sostengono, nulla in merito alla ennesima disparità di trattamento che si vorrebbe introdurre tra lavoratori del call center e lavoratori degli uffici, volta a penalizzare i primi sulla scorta di argomentazioni a nostro giudizio pretestuose e infondate.

Con lo stesso inesistente livello di approfondimento è stata esposta la necessità di aumentare gli affiancamenti nei casi di segnalazioni di problemi tecnici.. problemi che, come i lavoratori sanno, nel novanta per cento dei casi riguardano gli applicativi aziendali e non le connessioni private…

Due ore e mezzo in cui all’annuncio iniziale di cambio di paradigma motivato da esigenze di business, non sono seguite risposte.

Siamo stati rimandati ad approfondimenti successivi…

Fosse una serie TV, certamente noi non guarderemmo la seconda puntata.

Siccome è la nostra vita attendiamo il prossimo incontro con l’auspicio che sia più significativo e che la “trama” cambi in modo considerevole.

Se siamo in presenza di una strategia aziendale per far sì che i lavoratori venendo a conoscenza di questa ipotesi, si predispongano mentalmente ad accogliere con favore una opzione alternativa leggermente diversa in cambio di compromessi e concessioni, anticipiamo che per quel che ci riguarda la strategia è già fallita.

Nessuno si farà prendere dal panico.

Coordinamento Cobas del Lavoro Privato