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Il 28 maggio 2024, la Corte di Cassazione HA DATO RAGIONE ai lavoratori che hanno ricorso contro la TIMBRATURA IN POSTAZIONE nel proprio settore ASA.

Si chiude così una battaglia iniziata anni fa e che ha visto l’azienda risarcire i lavoratori del tempo sottratto e non retribuito.

Non solo. Vale la pena stigmatizzare secondo noi il comportamento dell’Azienda la quale continua ad applicare ai lavoratori la T.I.P. Un comportamento che determina il periodico risarcimento delle differenze retributive con relativo pagamento delle spese legali.

A tal proposito UN RINGRAZIAMENTO va allo studio legale LAVORO VIVO che ci ha accompagnato nella vertenza

In merito alla sentenza invece, vale la pena proposito inserire uno stralcio della sentenza:

“….ne consegue che è da considerarsi orario di lavoro l’arco temporale comunque trascorso dal lavoratore medesimo all’interno dell’azienda nell’espletamento di attività prodromiche ed accessorie allo svolgimento, in senso stretto, delle mansioni affidategli, ove il datore di lavoro non provi che egli sia ivi libero di autodeterminarsi ovvero non assoggettato al potere gerarchico. …”

IL LAVORO VA PAGATO. UNA COSA CHE LE IMPRESE, TIM COMPRESA, VOGLIO FARE SEMPRE MENO, spesso grazie a contratti e accordi capestro sottoscritti da questo o quel sindacato.

E’ compito dei lavoratori e delle lavoratrici organizzarsi per sconfiggere questa malattia.

Ricordiamo ai lavoratori e alle lavoratrici interessate che c’è ancora tempo per un tale tipo di vertenza.

Roma 29/05/2024

COBAS TIM