L’incontro sindacale del 29 febbraio ha visto il solito copione delle dichiarazioni in cui l’Azienda “ha pianto il morto”: debito insostenibile, costi enormi sostenuti per le uscite di personale, necessità di mettere mano al costo del lavoro per sostenere le trasformazioni future del settore.
Dato che TIM è ancora Unica – ha sostenuto l’Azienda – ecco quindi la necessità di riproporre un accordo di riduzione dell’orario di lavoro in continuità con gli strumenti utilizzati fino ad oggi.
La deplorevole e indecente proposta fatta al tavolo del Coordinamento Nazionale parla di CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ DIFENSIVA
RIDUZIONE ORARIA per TIM
20 % pari a 8 mezze giornate al mese per tutti i settori che vengono dal 25%;
15 % pari a 6 mezze giornate al 15 % per chi ha già il 15% + caring commerciale e tecnico;
10 % pari a 4 mezze giornate al mese per tecnici on field, progettisti e coordinatori.
Esclusi dalla riduzione oraria circa 700 risorse
RIDUZIONI ORARIE AZIENDE DEL GRUPPO
10 % – Sparkle – Noovle. Olivetti
20 % – TELECONTACT
LAVORO AGILE – Proroga fino al 15 di marzo attuale. La nuova proposta prevede:
CARING COMMERCIALE lavoro agile 4 settimane al mese a CASA con rientro in sede a discrezione del responsabile. Gli altri settori che alternano il settimanale rimane tutto come prima.
Per i settori con l’Attuale rientro giornaliero è previsto il rientro in sede 4 giorni a settimana con esclusione del venerdì.
Riduzione del costo del LAVORO
Applicazione Articolo 56 del CCNL sul premio di risultato: Si toglierà dal 2025 il PDR e si inserisce l’elemento di garanzia retributiva – Sospensione check up aziendali, People Caring e Welfare aziendale
Reperibilità – revisione della reperibilità / Recupero produttività.
Blocco concessione PART-TIME temporale.
Valutazione di eliminare in futuro il buono pasto per chi sta in lavoro agile.
LA DELEGAZIONE AZIENDALE HA LA FACCIA TOSTA DI NON RITENERE QUESTA UNA MINACCIA considerata la possibilità di procedere unilateralmente.
L’INTERVENTO DEI COBAS
Nel corso dell’incontro abbiamo smontato nuovamente la FAKE NEWS del debito insostenibile. Un debito altamente sostenibile considerato il CASH FLOW generato dall’Azienda e dati economici che negli ultimi due anni hanno visto l’Azienda crescere: nel 2023 +3,1 % di ricavi, + 5,7 % EBITDA. Con TALI DATI come può permettersi una azienda di aprire una crisi aziendale, dichiarare esuberi e chiedere di usufruire dello strumento dei CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ DIFENSIVI e accedere quindi ai
finanziamenti pubblici previsti dai fondi INPS?
L’Abbiamo sfidata ad aprire ufficialmente le procedure, a comunicare il numero degli esuberi e andare al Ministero: vediamo se in questo clima di campagna elettorale ci sarà qualche rappresentante del Governo disponibile a far passare un ricatto del genere, in uno scenario in cui LO STATO GIA’ FINANZIA circa 3 Miliardi per una operazione speculativa.
L’abbiamo sfidata anche a darci i numeri di tali esuberi e i dettagli di un eventuale piano di rientro in sede per migliaia di persone. NESSUNA RISPOSTA. Evidentemente confidano nella compiacenza o nella capitolazione del sindacato e sanno esattamente che si tratta di un BLUFF.
L’Azienda dice che se non si dovesse arrivare in sede aziendale ad alcun accordo, il passaggio successivo sarebbe quello di tagliare i costi eliminando direttamente PDR, PEOPLE CARING, CHECK AZIENDALI e una serie di BENEFIT che sono stati il nostro fiore all’occhiello
GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
In modo del tutto inusuale, e per la prima volta, l’azienda ha prospettato il ricorso alla solidarietà difensiva senza DICHIARARE ESUBERI UFFICIALMENTE ma partendo dalla necessità di utilizzare tale strumento per RIDURRE I COSTI.
Il ricatto di eliminare gli strumenti del WELFARE e il PDR le servono per arrivare ad un ACCORDO AZIENDALE senza dichiarazione di esuberi da presentare al MINISTERO. In questa operazione la
complicità del sindacato è FONDAMENTALE per ottenere i suoi scopi.
La dichiarazione di ESUBERI AVREBBE MESSO CERTAMENTE IN DIFFICOLTA’ IL GOVERNO che in questa fase sta finanziando pubblicamente la speculazione finanziaria di KKR e l’operazione di smantellamento di TIM attraverso lo scorporo della RETE.
La separazione non è scontata e il futuro delle aziende anche.
Infatti l’Azienda propone un accordo che coinvolge tutti i settori, quelli di SERCO e quelli di NETCO fino al 2025. E in caso di separazione preannuncia futuri tagli al costo del lavoro in SERCO per sostenere le dinamiche del mercato delle TLC, non smentisce la vendita paventata di TELECONTACT. Sostiene che in caso di separazione l’accordo sulle riduzioni in NETCO decadrebbe.
L’INCONTRO È AGGIORNATO nei prossimi giorni.
L’arrendevolezza del sindacato confederale è spiazzante. Soprattutto perché non ci sono garanzie sul futuro (sui perimetri aziendali, sulla tutela dell’occupazione – con o senza separazione –).
NON C’E’ TRATTATIVA CON QUESTI RICATTI. E CON QUESTI RICATTI SI LEDE LA DIGNITA’ DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI.
NOI LA NOSTRA DIGNITA’ NON LA BARATTIAMO.
Abbiamo indicato una via, quella di TIM UNICA E PUBBLICA come soluzione al problema e abbiamo indicato la mobilitazione come strumento per ottenerla.
SENZA LOTTA non ci sono diritti:
i lavoratori, le lavoratrici di TIM devono capirlo UNA VOLTA PER TUTTE.
Roma 01-03-2024
COBAS TIM