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infocontact1I lavoratori dei Call center stanno subendo in questi ultimi mesi un attacco senza precedenti!
Le continue crisi, reali e presunte, dichiarate dalle aziende di Outsourcing legate alla perdita delle commesse e le delocalizzazioni stanno accelerando il già pessimo andamento degli ultimi 10 anni: abbassamento drastico dei livelli retributivi e azzeramento di quei pochi diritti che il CCNL delle TLC ancora garantiva.

Le nuove norme che regolano il mondo del lavoro (determinate sia con interventi legislativi, sia con intese sindacali) e gli accordi firmati nelle varie aziende da CGIL-CISL-UIL-UGL stanno letteralmente depredando i lavoratori: abbassamento dei livelli professionali, abolizione della monetizzazione delle festività, abolizione delle maggiorazioni sullo straordinario, abolizione dei permessi orari retribuiti con il conseguente aumento dell’orario di lavoro a parità di salario.
Questi accordi a perdere sono inoltre, nella maggior parte dei casi, accompagnati dall’attivazione degli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione e Contratti di Solidarietà) che riducono ulteriormente il già magro salario dei lavoratori di questo settore, al 90% con contratti part-time e con un salario medio di 700 euro. I lavoratori Teleperformance, E-Care, Accenture, Almaviva Contact hanno già subito sulla loro pelle questa deriva paraschiavista.

Tra i principali responsabili di questo scempio ci sono i grandi committenti pubblici e privati: Telecom, Vodafone, Wind, Enel, Eni, Trenitalia, ecc. che continuano a macinare miliardi di utili sulle spalle di lavoratori e contribuenti: sono loro, con l’avallo dei sindacati concertativi, che hanno esternalizzato e appaltato i servizi di Customer Care per ridurre i costi e aumentare i loro margini di profitto!

Ultima in ordine di tempo e tristemente esemplare è la vertenza Infocontact: incentivi pubblici e milioni di utili per il padrone, fine degli incentivi e buco da 64 milioni, commissariamento e accordo azienda-sindacati per il “rilancio aziendale” in attesa di compratori che ha comportato: il blocco degli scatti di anzianità, la smonetizzazione dei festivi, un ulteriore incremento della flessibilità, inasprimento delle sanzioni disciplinari per i lavoratori.

Oggi, i potenziali compratori Comdata e Abramo Customer Care vogliono ridurre ulteriormente il salario dei lavoratori imponendo come condizione imprescindibile per rilevare l’azienda, la riduzione dell’orario di lavoro!

DA SETTIMANE I LAVORATORI DI INFOCONTACT STANNO LOTTANDO PER TUTTI I LAVORATORI DEI CALL CENTER!
Non cedendo al ricatto occupazionale, stanno dicendo NO alla riduzione dell’orario di lavoro, NO all’esproprio dei loro diritti, NO a un salario da fame!

CON MANIFESTAZIONI, BLOCCO DELLA PRODUZIONE E SCIOPERI STANNO METTENDO IN DISCUSSIONE UN ASSUNTO IDEOLOGICO CHE PURTROPPO ORAMAI PERVADE LA MENTE DELLA MAGGIORANZA DEI LAVORATORI DI QUESTO PAESE: CHE LA CRISI LA DEBBANO PAGARE SEMPRE I LAVORATORI!

SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI INFOCONTACT!
BASTA SALARI DA FAME, BASTA OUTSOURCING!

COBAS Telecom, COBAS Comdata, COBAS People Care,
COBAS H3G, COBAS Vodafone, COBAS Almaviva C.

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