La recente sentenza che ha condannato VODAFONE per il trasferimento di 17 lavoratrici e lavoratori da IVREA a MILANO, il “cattivo gusto” di TIM SPA in tema di relazioni sindacali sancito con la disdetta del Contratto di 2° livello, le cessioni dei CALL CENTER H3G dopo la fusione con WIND/GALATA, l’abuso del ricorso a call center esteri per la gestione degli aspetti commerciali delle linee telefoniche (Fisso/Mobile), i trasferimenti da Bari a Lecce per alcuni dipendenti Transcom e l’infinita saga degli orrori di Almaviva dimostrano che uno dei settori più remunerativi del nostro paese, quello delle TELECOMUNICAZIONI, vive e si arricchisce grazie alle politiche di deregolamentazione del mercato del lavoro, grazie all’uso indiscriminato della precarietà, dei ricatti e della riduzione dei salari.
Moltissime aziende che stanno attuando simili scellerate politiche nel nostro settore, ricevono inoltre, e in modo inaccettabilmente copioso, soldi pubblici dallo STATO sia per ammortizzatori sociali che non corrispondono a reali stati di crisi ma invece a feroci tagli salariali sia per l’apertura di nuove sedi -soprattutto al Sud Italia- dove sono stati imposti trattamenti economici e contrattuali peggiorativi rispetto alla media nazionale.
In un settore così flagellato, pesa fortemente anche la MANCANZA DI UN CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO degno di questo nome che rappresenti un effettivo miglioramento delle condizioni lavorative e salariali delle decine di migliaia di addetti e addette del settore.
In un’epoca dove il lavoro gratuito sembra diventato uno STANDARD di VITA che coinvolge ormai anche gli studenti e le studentesse, rivendichiamo aumenti salariali e miglioramenti normativi che ci permettano di vivere dignitosamente.
Le riteniamo ragioni più che solide per scioperare tutti insieme nel SETTORE TLC
dando vita a un’ampia e partecipata mobilitazione
SCIOPERO GENERALE – il 10 Novembre 2017
proclamato dai COBAS, dalla USB e UNICOBAS per l’intero turno di lavoro
PER RIVENDICARE:
- UN CONTRATTO NAZIONALE con miglioramenti normativi e salariali e che impedisca il ricorso ai trasferimenti per effettuare licenziamenti mascherati.
- L’unicità di TELECOM ITALIA, la sua progressiva ripubblicizzazione evitando così lo spezzatino paventato in queste settimane dal dibattito politico-parlamentare.
- La fine del sistema degli appalti nei call center.
- Una gestione totalmente differente dell’assetto strategico delle Telecomunicazioni nel quale negli ultimi anni il Governo ha scelto sia di affidare ai privati le imprese più importanti del paese compresa Telecom Italia, sia di utilizzare i fondi europei per aumentare le tecnologie nel sistema di TLC investendo su OPEN FIBER (controllato da ENEL) salvo poi rendersi conto che si tratterebbe di una spesa enorme per un progetto inattuabile.
- Leggi che tutelino il lavoro, i lavoratori, le lavoratrici, gli interessi del Paese.
In gioco ci sono soldi pubblici, decine di migliaia di posti di lavoro, la distruzione del servizio di telecomunicazioni del paese. Non rimarremo a guardare neanche questa volta.
COBAS LAVORO PRIVATO – SETTORE TELECOMUNICAZIONI