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alza_la_testaNoi lavoratori dei call center stiamo subendo un duro attacco ai nostri pochi diritti e al nostro già magro salario. Scaricando le responsabilità della presunta crisi su un mercato “selvaggio” e sui committenti, le aziende di outsourcing stanno approfittando per ridurre il costo del lavoro e aumentare la produttività attraverso accordi peggiorativi del CCNL firmati con CGIL-CISL-UIL e UGL, i quali continuano a piegarsi di fronte al ricatto occupazionale delle aziende, impossibilitati a reagire e intraprendere seri percorsi di lotta a causa del loro conflitto di interessi, al legame a doppio filo che hanno con le aziende, sia committenti sia outsourcing (Enti bilaterali, Enti per la formazione, Sanità integrativa, Fondi Pensione, ecc.).

Della nostra condizione precaria, sia economica sia occupazionale, sappiamo chi sono i responsabili:

le grandi aziende committenti, che per ridurre il costo del lavoro hanno appaltato i servizi di customer care e che continuano a ridurre le tariffe degli appalti ignorando il fenomeno delle delocalizzazioni;

i vari imprenditori che, tuffandosi nel nuovo business, hanno creato gli outsourcer macinando utili, inizialmente grazie ai contratti LAP applicati e successivamente grazie agli incentivi pubblici. Questi profitti sono stati poi garantiti nel tempo grazie alla creazione di una grande sacca di lavoratori di serie B: iperflessibili (part-time coatto senza rigidità di orario), con bassi salari (sotto-inquadramento professionale e diritti minimi in raffronto ai lavoratori in house), e ai quali si è richiesta una sempre maggiore produttività (aumento delle chiamate/ora, riduzione dei tempi “morti”, controllo individuale); non soddisfatti di ciò hanno delocalizzato per ridurre ulteriormente il costo del lavoro;

i Sindacati Confederali, che hanno avallato questo processo, sia con il loro tacito assenso verso i committenti sia con la sottoscrizione delle esternalizzazioni del 2007 (vedi Vodafone-Comdata e Wind-Omnia Network). Loro hanno permesso che tutto ciò si realizzasse. Anche per quanto riguarda il dumping e le “gare al massimo ribasso”, fenomeni continuamente denunciati dai confederali, le responsabilità ricadono su questi ultimi: grazie ai loro accordi interconfederali che hanno sancito la possibilità di derogare in peggio al CCNL tramite accordi aziendali, si è data la possibilità alle imprese (Teleperformance, E-Care, Almaviva,ecc.) di esigere, utilizzando il ricatto occupazionale, il peggioramento del CCNL dando vita ad una spirale al ribasso dei diritti e dei salari che oggi viviamo sulla nostra pelle (abolizione delle ROL, smonetizzazione delle festività, abbassamento dei livelli inquadramentali, ecc.).

ATTENZIONE! SINDACATI E AZIENDE CERCHERANNO DI NORMARE E RENDERE DEFINITIVI NEL PROSSIMO RINNOVO DEL CCNL I PEGGIORAMENTI CHE SONO RIUSCITI AD INSERIRE NEGLI ACCORDI AZIENDALI!

Sono oramai anni che subiamo tutto ciò. È ora di dire basta! Siamo stufi dei Sindacati Collaborazionisti responsabili di questo massacro, di RSU suddite di Segretari vari che non hanno mai indossato una cuffia e che spesso difendono i loro interessi e non quello di migliaia di operatori di call center! Stufi di ricevere in cambio di sacrifici un salario da fame e la continua perdita di diritti. Chi è corresponsabile del problema, oggi pontifica soluzioni che, se applicate, non porranno fine alla nostra condizione di precarietà!

SIAMO STANCHI DI ESSERE LAVORATORI E LAVORATRICI DI SERIE “B”!!!

AUTO-ORGANIZZIAMOCI DAL BASSO!

COSTITUIAMO IN OGNI AZIENDA I COMITATI DI BASE DEI LAVORATORI!

SENZA SINDACALISTI DI “MESTIERE” STIPENDIATI CHE DECIDONO PER NOI, SENZA SEGRETERIE CUI RENDERE CONTO!

COBAS Telecom, COBAS Comdata, COBAS Comdata EoS,COBAS People Care, COBAS H3G, COBAS Vodafone, COBAS Almaviva

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