Qualcuno affermava, anni or sono, che la “contraddizione” è il motore della storia. E’ certo però, che quando la contraddizione rientra meramente nell’ambito delle affermazioni personali e quindi nella cronaca, perde di rilevanza, rimanendo però un importante elemento per capire uno specifico processo, nel nostro caso la nostra vertenza di lavoro.
Scartabellando su internet sono emerse, tra le dichiarazioni della dirigenza aziendale e i fatti di questi ultimi mesi, delle contraddizioni che vogliamo mettere in evidenza affinché ognuno possa trarne le dovute conseguenze.
Nel corso degli incontri tra sindacati e azienda quest’ultima ha sempre affermato che i conti non sono in equilibrio, che si perdono appalti (senza mai nominare le commesse acquisite negli ultimi anni ENEL, Telecom 187, Green Network) che le commesse non marginano, che il settore non garantisce più determinati margini di profitto e che addirittura mantengono in piedi il “carrozzone” per beneficenza, perché hanno a cuore i propri dipendenti, perché sono buoni! Rileviamo però, da un’intervista del presidente Marco Tripi (corrierecomunicazioni.it del 01/08/2014) la seguente affermazione: “Almaviva ha presentato [al Governo NdR] un circostanziato piano industriale ed è pronta a investire nel solo settore del CRM 40 milioni in quattro anni anche facendo leva sui contratti di sviluppo per il Sud”. La bontà del Presidente sfiora la santità: oltre a non guadagnare, ci rimette anche dei soldi!
Il 5 dicembre 2014 nel corso di un incontro alla UIR, il nostro “caro” presidente ha tirato fuori dal cilindro la sua proposta “innovativa”: riduzione tout court del salario di circa 10-15% attraverso una deroga ai minimi salariali del CCNL. Ma perché questa pesante richiesta ai sindacati quando il 27 maggio 2014, al cospetto della Commissione Lavoro della Camera, riferendosi al costo del lavoro, affermava: ”Normativamente è quantomeno improbabile che io possa andare sotto il minimo, oltre che eticamente ingiusto.” e successivamente (corrierecomunicazioni.it del 01/08/2014) dichiarava “Ma non abbiamo intenzione – fortunatamente le leggi italiane nemmeno lo consentono – di portare i costi del lavoro al di sotto del minimo del contratto delle telecomunicazioni.” Almaviva, quindi, era consapevole che normativamente la sua richiesta non sarebbe stata percorribile! Chiedere 100 per ottenere 50?
Malgrado queste evidenti contraddizioni, la situazione che si è creata sul Social Network Aziendale sfiora il surreale: la dirigenza si lascia andare ad ogni sorta di esternazioni le quali acquistano una valenza assiomatica. E a proposito dell’infallibilità del management di Almaviva, che da un po’ di tempo rappresenta le delocalizzazioni come il “male assoluto”, nell’aprile del 2011 si affermava: “Secondo i nostri calcoli – continua Tripi – nel giro di 18 mesi non converrà più aprire un call center all’estero perché i prezzi lieviteranno indubbiamente, a meno di ridurre di molto i livelli qualitativi offerti” (la Repubblica 11/04/2011).
Una cosa è certa. Almaviva con il suo piagnisteo che oramai dura da qualche anno, corroborato dalle mobilitazioni di CGIL-CISL-UIL-UGL da essa stessa sponsorizzate, ha ottenuto molto da quelle stesse istituzioni sulle quali scarica continuamente la responsabilità dei potenziali licenziamenti: notevole riduzione dell’IRAP, sconto sui contributi per i CdS, ispezioni e sanzioni per le aziende che delocalizzano, mantenimento dei LAP nei call center, ulteriori incentivi per i lavoratori stabilizzati nel 2007.
27/05/2014 – Audizione AlmavivA Contact S.p.a. Comm. XI Lavoro- Camera dei Deputati
>Marco Tripi: “Non è chiaro [riferendosi all’IRAP NdR] il motivo per il quale non si possa eliminare una tale smisurata e incomprensibile ingiustizia.” (pag. 5)
>Legge di Stabilità 2015: riduzione IRAP con l’abolizione della componente lavoro (imposta che tra l’altro finanzia direttamente il Sistema Sanitario Nazionale)
>Marco Tripi: “Richiediamo […] la verifica dei possibili effetti del rifinanziamento della legge n. 608 del 1996 relativa agli sgravi contributivi in regime di contratti di solidarietà” (pag. 8)
> Decreto Ministeriale del 07/07/2014 n. 83312 rifinanziamento e riduzione contributiva dei Contratti di Solidarietà
>Marco Tripi: “vi chiediamo: chi e come vigila sul rispetto della corretta applicazione dell’ articolo 24-bis del decreto legge n. 83 del 2012?” (pag.8)
>Intervento ispettivo e sanzioni contro le delocalizzazioni (Comunicato Stampa Mise)
>Marco Tripi : “Quanto al lavoro a progetto […] I recenti accordi stipulati tra le parti sociali al riguardo hanno perfezionato il quadro normativo di riferimento e assicurato a questi lavoratori maggiori tutele. Noi non pensiamo che possano essere di attualità ulteriori interventi legislativi sulla materia” (pag.8)
> Jobs Act: rimane il lavoro a progetto per i call center (“Call center esclusi dal Jobs Act”)
>Marco Tripi: “richiediamo la verifica della mancata applicazione a oggi dell’articolo 1, comma 22, della legge n. 147 del 2013” (pag.8)
> Applicazione della Legge che prevede ulteriori incentivi per le aziende di call center che hanno effettuato le stabilizzazioni nel 2007.
Se pensiamo a quello che hanno ottenuto negli ultimi anni i lavoratori di questo paese: innalzamento dell’età pensionabile, diminuzione dell’assegno pensionistico, abolizione dell’art. 18 , abolizione di fatto del contratto a tempo indeterminato, accordi aziendali che peggiorano i CCNL…il nostro amato presidente Marco Tripi non si può proprio lamentare.
COmitato di BASe Almaviva C.