Crediamo sia giunto il momento di affrontare una discussione non più rinviabile.
Nell’inerzia e nel mellifluo scivolare delle cose, dovuto anche all’incertezza del prossimo
assetto aziendale, passa inosservata la modalità e la quantità di lavoro che transita verso
la figura professionale dei Tof, troppo spesso ancora inquadrato al 4° livello.
Con la tecnica del “ci si abitua a tutto” i tecnici scivolano sempre più verso il baratro a volte
anche in maniera inconsapevole. Un carico di lavoro svolto da questa figura professionale
senza precedenti, che passa dalle innumerevoli app installate su cellulari (ormai obsoleti),
dalle tante e diverse procedure ONESTEP dei diversi operatori, per finire alla gestione
dell’automezzo sociale con troppi km e quindi SEMPRE PIU INSICURO, dove alla
mancanza di una puntuale assistenza non si fornisce con un automezzo di scorta perché
quasi mai disponibile.
Le attività in continuo aggiornamento, le nuove procedure oltre alle nuove offerte
commerciali al cliente, fanno sì che il TECNICO si trova spesso in difficoltà anche a causa
di una attività formativa inefficace che al più si può definire attività informativa. Quasi
sempre la presunta formazione si riduce tutto il mero invio di una mail da parte dei preposti
che verrà letta frettolosamente durante un’attività lavorativa (WR) per non compromettere
la produttività a cui l’azienda e le OOSS hanno scelto di legare, anche se parzialmente, il
salario . Molti, per questo, si aggiornano fuori orario di lavoro, regalando il proprio tempo
libero e creando così anche una differenza di conoscenze fra chi accetta e chi non accetta
il sacrificio personale.
A peggiorare ulteriormente le condizioni lavorative del Tof si aggiunge la scarsa
informativa che le linee di vendita offrono al cliente al momento della stipula del contratto,
e ci sono ormai troppo spesso casi in cui si rasenta la truffa ai danni degli stessi. Ne
consegue che il tecnico si trova ad affrontare clienti arrabbiati e delusi.
È questa la nuova figura che ha in mente l’azienda? E quale nome dovremmo attribuire a
questa figura in continua espansione sia per quantità che per tipologia di lavoro affidatogli.
Forse schiavo potrebbe essere l’aggettivo più aderente.
Dal novembre 2021, quando l’AD ha annunciato lo “spezzatino” di Tim ad oggi, il
reparto rete sembra sia lasciato ad una sua deriva lasciando pensare che ci sia una
strategia ben precisa dei vertici dell’azienda nel riempire il più possibile il bacino degli
addetti, nel cercare di offrire la rete al miglior offerta sul mercato affossandola sul
nascere con la volontà di lasciare in eredità alla nuova NETCO la maggior parte del debito
di Tim. Se si aggiunge anche che gli investimenti e lo sviluppo della fibra ottica vanno al
rallentatore, e spesso i tecnici su diversi territori non hanno lavoro a scapito della mano
d’opera di impresa (eppure di questo ne vorremo riscontro e spiegazione ), si raggiunge il
copione del “delitto perfetto” verso un asset strategico per il Paese Italia.
Cobas del Lavoro Privato
Insieme, come sempre, voi lavoratori e noi parte sindacale dobbiamo capire come mettere
un freno a questa deriva. Vogliamo ridefinire il mansionario e le competenze che si
vogliono attribuire a questa figura in modo da salvaguardare il lavoratore dallo stress da
lavoro correlato procurato da un’azienda sempre più affamata di produttività e che nella
sua riorganizzazione sta tagliando figure professionali il tutto come sempre nella logica del
suo guadagno maggiore, non tenendo conto del fattore salute dei propri dipendenti.,
chiediamo pertanto nuovamente di convocare con urgenza il coordinamento rsu
per affrontare le numerose problematiche irrisolte ormai da troppo tempo
riguardanti una figura professionale di estrema importanza per questa azienda.
Bari 26/09/2023
COBAS TIM PUGLIA