In data 4 maggio si e’ svolto l’esame congiunto tra Azienda, Coordinamento RSU e le Segreterie Nazionali delle OO.SS. previsto dalla procedura di esubero di personale aperta da Vodafone in data 12 aprile.
L’esame congiunto e’ un passaggio previsto dalla procedura stessa ed e’ volto a comprendere meglio le cause che hanno generato le eccedenze di personale e a trovare modalita’ di riassorbimento con gli strumenti di cui la legge in materia dispone.
L’Azienda ha dunque affidato alle figure manageriali dei vari reparti impattati dall’esubero l’illustrazione delle criticita’ ravvisate area per area.
Nonostante la formalita’ del momento si e’ trattato, a nostro giudizio, di una situazione surreale.
Infatti la narrazione di quanto e’ stato fatto per affrontare le sfide degli ultimi anni e’ stata a tratti quasi entusiastica come se il risultato cui oggi assistiamo non fosse stato nullo o addirittura opposto all’intento originario dal momento che siamo in presenza, ancora una volta, di dichiarazione di esuberi e di insaturazione del lavoro, nonostante l’impegno e i sacrifici dei lavoratori tutti.
Per tutti i reparti impattati sono state declinate tre tipologie di “macro cause”:
- la forte competitivita’ del mercato con la corsa al ribasso dei prezzi;
- la digitalizzazione e i conseguenti automatismi che determinano una minore necessita’ di addetti;
- il cambiamento del comportamento del cliente nei confronti del servizio offerto da Vodafone, con la propensione al self-care accresciuta ulteriormente per via del distanziamento sociale dovuto alla pandemia.
E’ a nostro giudizio evidente che se si esclude il tema legato al mercato, nel quale i lavoratori e le OO.SS. non hanno potuto giocare alcun ruolo e che, invece, vede colpevoli sicuramente le aziende stesse nonche’ il governo e le istituzioni che non hanno fatto nulla per impedire questa corsa al ribasso dei prezzi che ha bruciato ricavi miliardari per anni, rimangono invece in campo gli effetti legati alla digitalizzazione e all’uso predominante di automatismi, sia internamente all’Azienda sia lato cliente che “subisce” suo malgrado una sempre maggiore assenza di interazione con il lavoratore reale (nelle vendite e nel supporto sia tecnico sia commerciale) con ricadute anche sulla qualita’ del servizio che con sempre maggior frequenza vengono palesate dalla customer base.
I 3 punti individuati dall’Azienda per le sfide future sono
- la cosiddetta “ossessione per il cliente“ declinata come mantra, ma che spesso si infrange contro scelte che a nostro parere vanno in direzione opposta
- la semplificazione delle offerte gia’ iniziata da tempo e che viene enumerata anche come causa dell’insaturazione della forza lavoro specialmente in ambito Cops
- la crescita nel mercato, in particolare in quelli in cui c’e’ piu’ margine come quello Business, reparto infatti meno impattato dal tema eccedenze, cosi’ come per l’investimento continuo nel mondo del digitale.
Riteniamo che sia il quadro descritto sia le “sfide ancora aperte” siano comunque in contraddizione con la procedura di esubero che vanifica il lavoro svolto dai lavoratori in questi anni e gli obiettivi degli accordi condivisi.
Gli sviluppi tecnologici avvenuti erano previsti ed e’ per far fronte a tutto cio’ che abbiamo affrontato la prima volta la solidarieta’ con relativa perdita salariale e in seguito abbiamo svolto le azioni di reskilling e upskilling che hanno determinato per l’Azienda l’accesso ai fondi stanziati per i piani di formazione. Infine c’e’ stata la pandemia con i risparmi innegabili su vari fronti di spesa per l’Azienda.
Tutto questo e’ accaduto e tutto questo va ricordato. E non si puo’ ricominciare sempre da capo in un gioco dell’oca in versione macabra.
Emblematico di questo percorso e’ il sito di Ivrea, in particolare il reparto del Customer Fullfilment, in cui l’Azienda dichiara di rilevare una insaturazione superiore al 40% della forza lavoro a cause riconducibili all’automazione e al passaggio del cliente verso la fibra ftth, tecnologia che conosce meno guasti e dunque genera un minor volume di pratiche da gestire.
Il mercato e’ in continua evoluzione e come dichiarato dall’Azienda stessa in merito all’accordo sottoscritto per ftth con Tim e con Open Fiber ci sono ora 3,5 mil di clienti potenziali in piu’.
E’ dunque necessario che tutti i soggetti avvertano l’imperativo morale di usare strumenti diversi dall’esubero.
A fronte di tutte queste contraddizioni la parte sindacale ha chiesto in maniera unanime il ritiro della procedura e l’apertura di una trattativa volta a trovare soluzioni alternative.
L’Azienda ha sorprendentemente risposto che l’apertura della procedura in questa fase era necessaria per dare un ritmo ben preciso al confronto, che sarebbe dunque guidato dalle scadenze temporali definite per legge, prevedendo anche il coinvolgimento del Ministero del Lavoro qualora il confronto si rivelasse infruttuoso.
Appare evidente che l’Azienda guardi con favore al coinvolgimento del governo per ottenere aiuti che determinino un ennesimo taglio del costo del lavoro riportando i ricavi a salire nel tempo, ma non e’ per noi accettabile che lo faccia con 1003 lavoratori usati quasi come arma di ricatto.
Le svariate situazioni analoghe nel settore (Tim, Wind, Sky solo per citare le piu’ note) e la volonta’ espressa da tutte le aziende operanti nelle TLC di trovare soluzioni politiche in un mercato complesso, ma pur sempre strategico e comunque redditizio, fanno pensare che questa partita sia comune.
Servono ragionamenti diversi, serve uscire dai soliti schemi di ricatto occupazionale con il solo scopo di attrarre fondi e risorse che vanno in mano alle aziende ma che poi non producono gli effetti sperati e non risolvono (se non per il breve periodo del loro utilizzo) i problemi occupazionali.
Come Cobas siamo interessati a trovare soluzioni non traumatiche, ma allo stesso tempo vogliamo risposte serie e diverse, cambi di ragionamento con il lavoratore fuori da logiche di ricatto ma al centro degli investimenti futuri. Occorrono strumenti di stabilita’ vera e propria. Se aiuti ci devono essere vanno fatti senza che sempre di debba passare da procedure che minano la serenita’ di vita dei lavoratori.
Al momento la trattativa e’ sospesa in attesa che ci siano nuove convocazioni.
Coordinamento Cobas Vodafone 08.05.2023