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Nell’ultimo mese abbiamo assistito ad alcuni esempi pratici e inequivocabili delle tanto decantate relazioni industriali avanzate e sfidanti, nello spirito delle quali sono stati sottoscritti accordi di settore e aziendali.

Assorbimento della seconda tranche dell’aumento previsto dal rinnovo del CCNL TLC

Si erano levati alti lai all’indomani del primo assorbimento, avevamo letto proclami sindacali belligeranti all’insegna del “mai più dovrà accadere” ed ecco che ci ritroviamo nella stessa situazione. Apprendiamo dal comunicato nazionale di Cgil, Cisl e Uil che Vodafone intende procedere con l’assorbimento della seconda tranche di aumento previsto dall’accordo ponte cosi come era avvenuto per la prima tranche già assorbita in gennaio e che a nulla sono valse le rimostranze sindacali, cioè di quegli stessi soggetti con i quali l’Azienda ha condotto una trattativa sull’integrativo che entrambi hanno elogiato e definito all’insegna del reciproco riconoscimento e della reciproca fiducia in un’ottica preventiva per creare le basi di un futuro il più sereno possibile.

E’ nata HO!

La seconda prova pratica del modello d’avanguardia di relazioni industriali in essere l’abbiamo vista tutti il 25 giugno u.s. quando, in contemporanea con la chiusura delle consultazioni assembleari sull’accordo del 12 giugno, proprio mentre il risultato si delineava e l’approvazione dell’integrativo da parte dei Lavoratori poteva essere data come cosa ormai fatta (come difatti è avvenuto) venne presentato il marchio “Ho.”, nuovo operatore mobile low-cost di gestione Vodafone. Ai nostri occhi è risultato e risulta sicuramente curioso il fatto che la notizia del lancio di Ho. sia arrivata puntuale con l’incasso da parte dell’Azienda di quell’accordo fortemente voluto, proprio mentre si stava concludendo il processo di consultazione dei lavoratori: le ultime sedi si stavano esprimendo proprio in data lunedì 25 giugno, quando le parti avevano condiviso come ultima data utile sabato 30 giugno; una fretta di concludere che con il senno di poi non riteniamo essere casuale, ma motivata dal fatto che la notizia del lancio sul mercato di HO. avrebbe certamente potuto far vacillare presso i lavoratori il teorema che veniva rappresentato nell’accordo.

Il progetto non è certamente frutto di improvvisazione eppur tuttavia nel corso di una trattativa che è durata cinque giorni e nella quale si è discusso di futuro, mercato, relazioni industriali innovative e contrattazione preventiva, nessuno ha mai nemmeno accennato all’arrivo di questo nuovo prodotto di proprietà Vodafone con il quale l’Azienda stava valutando come rispondere a questa novità. Vodafone infatti ha lungamente parlato di Iliad unicamente come spettro che certamente avrebbe funestato gli scenari futuri e di come per tale ragione, vista l’imprevedibilità del mercato, essa non fosse in grado di fornire un quadro certo a livello di garanzie occupazionali. Ecco invece che in data 25.06.18 abbiamo appreso che Vodafone ha deciso di fare “dumping” sul mercato e abbassare i prezzi, incrementando essa stessa una corsa al ribasso che verosimilmente porterà via ancora più clienti al marchio madre dove attualmente tutti i dipendenti “In” operano e per cui svolgono il loro lavoro.

Si era parlato lungamente di insourcing come valore aggiunto di tutta la trattativa per mantenere il perimetro occupazionale e far entrare nuovo lavoro internamente all’azienda; come ormai noto il nuovo marchio low cost di Vodafone verrà gestito, per ovvi motivi di contenimento costi, in Outsourcing ovvero fuori dal perimetro aziendale.

Riteniamo dunque che nessuno possa esimersi dall’interrogarsi sulle premesse e sulla sostanza dell’accordo sottoscritto che aveva tra i suoi elementi fondamentali il patto di reciproca fiducia tra i contraenti e, ovviamente, i lavoratori. Sappiamo che molti, come noi, hanno pensato che le garanzie non fossero sufficienti e che il prezzo richiesto non fosse commisurato ed equo, ma troppi, a nostro giudizio, ancora una volta hanno ritenuto preferibile aggrapparsi a rassicurazioni e promesse sperando che esse si rivelino vere, piuttosto che trovare il coraggio di analizzare con onestà il prezzo da pagare e la solidità delle parole spese e scritte per dire che si proverà a garantire l’occupazione e invitiamo soprattutto coloro che si sono fatti un’idea per mezzo di “consiglieri” aziendali a fare una ulteriore riflessione.

Se è questo il modello grandemente innovativo di relazioni industriali che tanto è stato sbandierato durante la trattativa e citato nell’accordo e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, possiamo dire che questo accordo parte con le peggiori aspettative.

Purtroppo dovremo vivere gli effetti dell’accordo e delle conseguenze dell’avvento di HO., ma come sempre ci impegneremo per non esserne unicamente vittime.

“Freezing” delle gestibili

In relazione alle ultime comunicazioni per il call center in merito al cosiddetto “freezing delle gestibili” per il periodo estivo (fine luglio e agosto) con conseguente invito rivolto ai lavoratori di richiedere con un maggior anticipo rol, cambi turno, ecc..ecc.., ci preme ricordare che si tratta di indicazioni date ed eventualmente accolte nell’ottica di trovare il maggiore equilibrio possibile tra esigenze aziendali ed esigenze personali e ricordiamo dunque che:

– se ai singoli è già nota un’esigenza personale entro il giorno e l’orario indicati dall’azienda è certamente gesto di cortesia sottomettere la richiesta entro quelle tempistiche,

– ma che se l’esigenza nasce dopo quel momento, non vi sono problemi di sorta e che valgono le regole scritte negli accordi in essere che prevedono: percentuale dell’8% concedibile al giorno, richiesta del giorno di interesse con preavviso minimo di sette gg e massimo di un mese; rinuncia possibile fino a 48 ore.

Invitiamo tutti i lavoratori a valutare la comunicazione aziendale pervenuta in data 10/07 come un consiglio e non un’imposizione e di attenersi comunque sempre in primis agli accordi.

Cobas Vadafone Ivrea