I lavoratori del settore delle TLC assistono da anni alla disgregazione del loro mondo lavorativo funestato da cessioni, esternalizzazioni, delocalizzazioni e costanti peggioramenti nelle condizioni quotidiane di vita e di prestazione della propria manodopera.
Su questa situazione si sono inserite le norme del Job’s Act in termini di demansionamento, licenziamento con compensazione economica e controllo a distanza sul singolo lavoratore. Dopo l’emanazione dei suoi decreti attuativi le aziende hanno iniziato a muoversi pretendendo ciò che la legge ha concesso loro e tali richieste sono state avanzate sia azienda per azienda sia nell’ambito della trattativa per il rinnovo del CCNL TLC che è in corso di svolgimento e registra attualmente una distanza tra ASSTEL e Cgil-Cisl-Uil, senza però determinare una auspicabile rottura della trattativa, in considerazione delle richieste irricevibili presentate dalla controparte datoriale.
Il clima nel paese evidenzia un arretramento dei diritti dei lavoratori e una esponenziale crescita dell’arroganza padronale che non pare disposta a mettersi limiti, ma anzi decisa a prendere tutto ciò che può conquistare.
Gli ultimi mesi hanno visto Almaviva aprire procedure per massivi licenziamenti adducendo a pretesto il mancato accordo sul controllo a distanza, Telecom dare disdetta degli accordi integrativi del 2008 e proporre alla compagine sindacale una sua nuova piattaforma che prevede tra i molti e pesanti arretramenti normativi ed economici e tutte le aziende battere cassa in termini di diritti con lo spauracchio della riduzione occupazionale.
Di fronte a tutto ciò non si può rimanere semplici spettatori inerti e atterriti.
I lavoratori e le organizzazioni sindacali devono agire per opporsi a questo stravolgimento del mondo del lavoro e dei diritti senza i quali non vi è dignità né dell’uomo né del lavoratore. Devono lottare per cambiare le leggi che hanno pesantemente attaccato il nostro mondo e devono battersi per ottenere un CCNL migliore.
Per tutte queste ragioni l’organizzazione sindacale Cobas del Lavoro privato ha indetto
SCIOPERO NAZIONALE
MARTEDI’ 13 DICEMBRE
PER L’INTERO TURNO DI LAVORO
IN TUTTO IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI
Affinché venga modificato l’art.26 sull’orario di lavoro nelle parti che danno piena libertà alle aziende di variare le turnazioni, senza accordo sindacale, limitando l’attuale pesante flessibilità degli orari di lavoro.
Affinché venga modificato l’art.18 togliendo alle imprese la facoltà di disporre dell’orario di lavoro dei PART-TIME e ripristinando la corresponsione economica della loro eventuale prestazione lavorativa supplementare.
Per impedire qualsiasi ipotesi di controllo individuale della prestazione lavorativa modificando l’art.57, al fine di garantire la dignità dei lavoratori e lavoratrici e porre un argine all’abuso che i datori di lavoro intendono fare delle modifiche apportate dal Governo Renzi all’art 4 della legge 300/1970.
Per aumenti salariali dignitosi e reali, visto che quelli attualmente in discussione sono economicamente risibili e soprattutto per molti lavoratori direttamente versati nel fondo previdenziale di categoria anziché in busta paga.
La firma di questo rinnovo del CCNL TLC, viste le modalità dei rinnovi appena firmati nei metalmeccanici, igieneambientale, chimici e statali, potrebbe essere imminente. Tra pochissimo la probabile introduzione del controllo a distanza individuale aumenterà esponenzialmente lo stress lavoro correlato al punto da rendere quotidianamente insostenibile l’attività lavorativa. Tra pochissimo la possibile introduzione del multiperiodale anche per i lavoratori Part-Time renderebbe impossibile ad ognuno conciliare tempi di vita con tempi di lavoro.
Fermiamoli!
SCIOPERA IL 13 DICEMBRE
Manifestazione a Roma, ore 10 piazza Barberini
COBAS Telecomunicazioni