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A soli 2 giorni dall’entrata in vigore della norma che obbliga il Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, la TIM ha emanato il suo regolamento interno. Senza presentarlo alle Rappresentanze Sindacali  Unitarie e fornendo  una insufficiente informativa alle Segreterie nazionali di CGIL CISL UIL e UGL.
Come Cobas fin da subito abbiamo espresso diverse perplessità in materia in quanto tale strumento così come concepito, SCARICA SUL LAVORATORE E LA LAVORATRICE responsabilità che per NOI sono in capo al Governo e in seconda battuta al Datore di Lavoro, come previsto dal T.U. sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Inoltre attacca il salario decurtandone le assenze ingiustificate che si realizzerebbero per la mancata esibizione del pass aggiungendosi al regime sanzionatorio previsto dal DPCM emanato in merito con multe di migliaia di €.

Noi crediamo che almeno il costo relativo ai tamponi debba essere a carico aziendale come qualsiasi altra misura atta a garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Continuare a scaricare sui lavoratori e le lavoratrici le responsabilità sia alla base delle strumentalizzazioni cui abbiamo assistito in questi ultimi tempi. Un meccanismo che si può, in parte, disinnescare con tamponi interamente rimborsati o garantiti gratuitamente dalle Aziende.
Per ultimo pensiamo che i controlli  effettuati dal preposto – a nostro avviso con una procedura lacunosa che creerà più problemi che garanzie – debbano essere effettuata in orario di lavoro perché non si tratta  di attività accessoria

Riteniamo urgente che l’azienda integri la procedura nell’immediato.

Invitiamo i lavoratori e le lavoratrici a segnalarci criticità e incongruenze che siamo certi si verificheranno nell’organizzazione del lavoro, materia che spetta all’Azienda non solo quando fa comodo ma soprattutto quando bisogna far fronte a delle emergenze e decide di procedere senza il confronto con le Rappresentanze Sindacali Unitarie.

Roma 13/10/2021

COBAS TIM