La vicenda piuttosto farraginosa riguarda le lavoratrici di Ancona di HRO.DSC.DTS. Ma, a premessa è utile ripercorrere l’intera vicenda.
- In data 26/04/2023 , la struttura esce dal perimetro consumer e entra nel perimetro HRO Digital Services Center, nella funzione Digital Transformation Support.
- In data 10/05/2023 viene presentato al Coordinamento nazionale delle RSU il piano di riorganizzazione in ambito customer care (consumer e S&M) che prevede la riorganizzazione delle sedi con la confluenza di 475 FT in ASA e NOW.
I lavoratori e le lavoratrici coinvolti afferiscono alle cosiddette sedi minori. Nell’ambito dello stesso incontro, inizia anche la discussione sulla timbratura in postazione e sull’affiancamento da remoto.
Dei lavoratori e le lavoratrici di HRO (che ben prima della presentazione del piano erano già fuoriusciti dal perimetro Consumer e S&M) non viene fatta alcuna menzione al Coordinamento nazionale e, successivamente all’incontro nazionale, solo alle RSU territoriali viene comunicato che a far data da luglio le colleghe di Ancona, saranno trasferite a Network sui turni, seguendo la stessa logica riorganizzativa applicata alla Consumer e S&M, nell’ambito dello stesso Coordinamento nazionale, da noi è stata criticata (ricordiamo che il il progetto complessivo prevedeva l’accordo sull’affiancamento da remoto e sulla timbratura in postazione).
Di fatto, il modulo di Ancona di HRO, viene coattamente trasferito ad altra funzione senza considerare:
- l’età media delle colleghe e la loro elevata professionalità in un’attività ad alta specializzazione che da oltre un decennio è stata strutturata e gestita all’interno della struttura con ad oggi volumi di attività da gestire.
- Il ricollocamento in un ambito professionale che presuppone una massiccia formazione considerando il settore di provenienza delle lavoratrici. L’età media è superiore ai 55 anni. Ci domandiamo quale sia il criterio e la logica applicata.
- Il ricollocamento in attività sui turni e in risposta cliente. Certo è che tutt’ora non hanno prescrizioni considerando l’attività che hanno svolto fino ad oggi che non prevedeva un protocollo di rischi e di idoneità previsti, ad esempio per ASA.
Sebbene nelle ultime ore ci sia stato un “proliferare” di voci di corridoio, di comunicati di aggiornamento sul trasferimento delle colleghe, resta la gestione a dir poco “opaca” dell’intera vicenda. Benché dalle ultime note, le colleghe assieme al modulo del 191, non saranno ricollocati in ASA ma sempre verso rete, ad oggi in attesa dei colloqui non sono state forniti alle interessate i dovuti chiarimenti sull’intera vicenda ma, soprattutto, sull’attività che andranno a svolgere. Riteniamo auspicabile che sia permesso alle lavoratrici, a valle dei colloqui con la struttura HR di riferimento, di valutare in autonomia la possibilità di un passaggio ad altra struttura o di rimanere nella struttura di HRO.
Ma soprattutto ci preme denunciare come (ma purtroppo non è il primo caso), le riorganizzazioni aziendali non tengano conto della dignità e dell’impegno di chi lavora, della professionalità erogata in attività ad alta specializzazione. Ma questo grazie a una contrattazione collettiva che lascia troppa mano libera all’azienda (basta una semplice informativa alle RSU), e noi non possiamo che ribadire gli aspetti non propriamente “razionali” di alcune scelte.
Infine, ci domandiamo chi poi farà la loro attività: dentro o fuori Tim? Con quali costi? Con quale formazione e “passaggio di consegne”? Certo è che se le colleghe sono coattamente trasferite in altra funzione, che prevede anche un’incompatibilità per policy dei profili con la consumer e la S&M, la questione diventa a dir poco “complessa”.
Il punto è che la vicenda di Ancona (ma sappiamo che altri colleghi di altre città stanno per essere colloquiati per uscire dal perimetro HRO) ci indica quanto poco e volutamente sui “tavoli sindacali” ma soprattutto al Coordinamento nazionale che è l’organo deputato alla trattativa, si sia affrontata chiaramente la vicenda “EX DAC-EX- CDA- EX ….EX ”. Una struttura nata da oltre 10 anni per una scelta fortemente criticabile, in cui, nonostante le difficoltà di cambi struttura (solo negli ultimi in due anni un ping pong tra consumer-rete-consumer-ora HRO), i lavoratori e le lavoratrici hanno sempre lavorato con ottimi risultati soprattutto sul piano qualitativo.
Certo è che quello che si sta profilando da tempo, è l’articolazione di Tim in un “assetto da spezzatino”, con la definizione di “perimetri” di lavoro e di sedi delle varie funzioni aziendali (future società? …) e Ancona è uno dei frutti di questo processo.
Per HRO Digital Services Center è il caso di affrontare il tema alla radice e, per lo meno, iniziamo con una chiara informativa al Coordinamento nazionale.
Roma 30/06/2023
COBAS TIM