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Lo scorso sabato siamo stati tempestati da mail e messaggi di colleghi e colleghe che ci segnalavano l’arrivo di mail in cui l’azienda comunicava l’annullamento della formazione prevista per la giornata di CDE DEL 8 NOVEMBRE.

Con una modalità ASSOLUTAMENTE SGRADEVOLE : una mail inviata il SABATO con il personale assente anche il lunedì successivo.
Se da una parte tale episodio si potrebbe annoverare come l’ennesima prova della scarsa organizzazione aziendale, della scarsa attenzione alle esigenze del personale e della dimostrazione di come un accordo superfluo e raffazzonato lasci mano libera all’azienda di fare e disfare la busta paga dei colleghi e delle colleghe, dall’altra ci sono alcuni segnali che impongono richieste di chiarimenti al tavolo nazionale e che devono far drizzare le antenne.

Nel frattempo MESSAGGI di FONTI anonime indicano che al CDA del prossimo 11 Novembre dovrebbero essere prese decisioni particolari, fra le quali il rinvio della GIORNATA DI FORMAZIONE al prossimo anno…determinando quindi un risparmio da parte aziendale in busta paga (in tal modo non verrebbe coperta la quota del 100% garantita dall’accordo).

Certo è che il clima in questi ultimi mesi ci sembra stia peggiorando velocemente: il rincorrersi di articoli di giornale sul futuro dell’azienda, i rumors su esuberi e spezzatini, le voci persistenti dell’azionista Vivendi che torna alla carica per una gestione che torni a metodi e relazioni ante
2019…. fanno tornare alla mente quel vecchio adagio che dice “dove c’è fumo c’è pure arrosto!”

PENSIAMO CHE NESSUNA VARIAZIONE sulla programmazione della FORMAZIONE in CDE, debba PESARE SULLE BUSTE PAGA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI che già subiscono pesanti decurtazioni. Non vanno dimenticati gli 8 anni di tagli generalizzati, gli 11 anni dalla prima solidarietà, 21 dai primi ammortizzatori sociali…

Ai colleghi e alle colleghe ribadiamo ciò che sosteniamo da tempo: nonostante la propaganda anestetica di alcuni sindacati che continuano a ripetere come tutto vada bene, che ogni decisione presa in accordo con la TIM sia per il bene di tutti e tutte, che il perimetro occupazionale è garantito dalle loro politiche, E’ NECESSARIO TENERE LE ORECCHIE APERTE perché il periodo post pandemico inizierà con bruschi risvegli, da un punto di vista economico e sotto il
profilo dei diritti. Anche le aspettative di coloro che ormai pensavano solamente a mettersi in fila per il prossimo pre-pensionamento stanno naufragando di fronte all’ennesima riforma delle pensioni che il Governo Draghi come da tradizione utilizzerà per ripagare il debito contratto.

La verità è sempre la stessa: se ci disinteressiamo di quanto accade in termini collettivi e aziendali, ci rintaniamo puramente nelle nostre sfere individuali, ci adagiamo nelle effimere “comfort-zone” talvolta costruite a fatica, ci troveremo disarmati di fronte alle prossime tempeste in arrivo.

Delegare a meccanismi clientelari l’azione sindacale, che invece deve essere fatta di partecipazione e interessi collettivi, è la deriva. Riprendere a ragionare insieme e organizzarsi contro le prossime e sempre più imminenti minacce di ristrutturazioni volte a schiacciare ancora i nostri salari è per i COBAS l’unica alternativa.

ROMA, 7 NOVEMBRE 2021

Cobas TIM