Con la recente firma dei contratti di solidarietà di tipo B, Almaviva Contact suggella definitivamente gli esuberi dichiarati. Questo passaggio all’ammortizzatore sociale in deroga consentirà all’azienda ulteriori risparmi anche sulla pelle degli operatori: i giorni di CdS verranno pagati al 50% (salvo variazioni legate alla prossima approvazione della legge di stabilità) e l’azienda in caso di licenziamenti collettivi potrà versare, per ogni lavoratore licenziato, una contribuzione addizionale di molto inferiore a quella prevista dalla procedura di mobilità (Legge223/91).
Nell’incontro tenutosi alla UIR l’azienda e i sindacati confederali si sono dichiarati scandalizzati dalla decisione intrapresa dall’Inps, descritto come un’anacronistica macchina burocratica, dimenticando che la richiesta della variazione dell’inquadramento INPS è stata invocata da Almaviva C. a tutti i tavoli istituzionali convocati negli ultimi due anni.
SECONDO NOI È IN ATTO UNA STRATEGIA VOLTA A MANTENERE IN PIEDI UN SETTORE FACENDO PAGARE IL COSTO DELL’OPERAZIONE AI SOLI LAVORATORI: SEMPRE DI PIÙ MENO SALARIO E MENO DIRITTI.
Per avallare queste ipotesi, basti rammentare tutto ciò che abbiamo perso in questi anni: l’eliminazione della retribuzione per il lavoro festivo coincidente con la domenica/Libertà con accordi di secondo livello, la smonetizzazione delle ROL, la trasformazione delle stesse a mero strumento aziendale di gestione delle curve di traffico, l’eliminazione delle maggiorazioni previste per il lavoro supplementare, ecc.
Da qui a maggio assisteremo alle solite manfrine, che porteranno sicuramente ad un ulteriore e radicale cambiamento in pejus del nostro lavoro; infatti già alla UIR si è ancora una volta lamentato un elevato costo del lavoro con la richiesta di una maggiore produttività e flessibilità per rimanere competitivi sul mercato; ciò significherà un ulteriore peggioramento delle condizioni lavorative di tutti con relativo taglio salariale. La compressione dei diritti non escluderà comunque la possibilità da parte dell’azienda di effettuare licenziamenti che con il nuovo inquadramento INPS le risulteranno economicamente più leggeri.
Una cosa l’abbiamo ben chiara: non risponderemo all’appello che qualche sindacalista di professione ha lanciato alla UIR che suggerisce di fare le barricate e scendere in piazza insieme all’azienda, contro le istituzioni, “uniche” responsabili della crisi del settore. Grazie alla cricca committenti-outsourcer, i lavoratori dell’intero settore sono stati condannati ad una strutturale condizione di estrema insicurezza, funzionale ai continui ricatti occupazionali che hanno sancito una perdita progressiva di diritti e salario. Dovremo forse scendere in piazza con una compagine aziendal-sindacale che, nella migliore delle ipotesi, si appresterà a firmare altri accordi capestro, rimandando ad un futuro migliore la restituzione del maltolto, un futuro migliore che non arriverà mai? Accordi che magari prevederanno l’abbattimento delle macro-fasce, la riduzione dell’orario di lavoro, l’abbassamento del livello professionale?
ABBIAMO BEN CHIARO QUELLO CHE CI ASPETTA E NON SIAMO COSÌ SPROVVEDUTI DA NON CAPIRE LA STRUMENTALIZZAZIONE DI CERTI PSEUDO-CONFLITTI.
IL PERCORSO DA INTRAPRENDERE NON POTRÀ CHE ESSERE UN PERCORSO CHE COINVOLGA TUTTE LE SEDI ALMAVIVA C., NONCHÉ TUTTO IL SETTORE.
COBAS Almaviva Contact Roma