La discesa nel baratro della precarietà e dell’insicurezza, che oramai da anni stanno percorrendo i lavoratori Almaviva Contact, ha avuto un’accelerazione negli ultimi due mesi.
Alcune manovre aziendali, come la variazione a Terziario dell’inquadramento INPS (con l’abbattimento dei costi degli eventuali licenziamenti) e il non riequilibrio su tutte le sedi dei volumi di traffico delle commesse, concentrando maggiormente gli esuberi sulle sedi con gli operatori più anziani e quindi più costosi, nonché l’attuale quadro normativo per le nuove assunzioni (Jobs Act), lascia intendere che l’azienda voglia e possa procedere con un’operazione di sfoltimento e svecchiamento della attuale forza lavoro, oramai troppo costosa.
La perdita delle commesse potrebbe essere quella “palla al balzo” da cogliere per avviare licenziamenti collettivi di massa, partecipare successivamente alle gare di appalto con offerte più basse per poi, una volta passati i sei mesi di impedimento previsti dalla normativa, procedere con nuove assunzioni a commessa acquisita, applicando il Jobs Act: lavoratori ventenni, sostanziosi sgravi contributi per 3 anni, niente articolo 18!
Malgrado la pervasiva retorica aziendale del “siamo tutti sulla stessa barca”, la verità è che la situazione è concretamente drammatica solo per i lavoratori: l’azienda, una volta risolto il problema esuberi, continuerà tranquillamente con il suo business. L’azienda ha una scialuppa di salvataggio, noi no!
LA TRISTE REALTÀ È CHE ALMAVIVA C. HA OGGI TUTTI GLI STRUMENTI NORMATIVI PER LICENZIARE UN MASSICCIO NUMERO DI LAVORATORI.
STA A NOI IMPEDIRE CHE CIÒ AVVENGA!
SOLTANTO LA FORZA DI TUTTI I LAVORATORI ALMAVIVA C. DI TUTTE LE SEDI, ATTRAVERSO LE MOBILITAZIONI E LA LOTTA, POTRÀ “METTERE IL BASTONE TRA LE RUOTE” ALL’AZIENDA!
Siamo convinti però del fatto che la chiarezza e la trasparenza su quelli che sono gli obiettivi di una lotta sindacale siano elementi indispensabili, affinché ci sia quella unione e consapevolezza nei lavoratori, che ne potrà determinarne l’efficacia.
Il nostro obiettivo non può limitarsi al semplice mantenimento del posto di lavoro a tutti i costi: la politica sindacalcollaborazionista del “mantenimento del posto di lavoro a qualsiasi costo” si è rivelata fallimentare, comportando oramai da anni una perdita senza fine di salario e diritti e nessuna garanzia occupazionale. Dobbiamo lottare per non perdere, in questo passaggio complicato, né il posto di lavoro, né ulteriore diritti, né ulteriore salario; rigettare al mittente qualsiasi ipotesi di licenziamenti per alcuni e meno diritti e salario e invivibilità sul posto di lavoro per chi rimane!
A nostro avviso gli obiettivi da perseguire dovranno essere:
– il blocco di qualsiasi progetto di riduzione di posti di lavoro in Almaviva Contact; NESSUN LICENZIAMENTO A LIVELLO NAZIONALE (rigetto di ipotesi come: dichiarazione di 1000 licenziamenti: accordo su 500 licenziamenti con la riduzione di salario e diritti per restanti);
– eventuale utilizzo di un ammortizzatore sociale conservativo a rotazione su tutte le sedi come quello specifico per i call center previsto dal D.Lgs. 148/2015 art. 44 c.7;
– il rispetto del già misero CCNL e quindi il rifiuto di qualsiasi deroga in pejus dello stesso, attraverso accordi aziendali integrativi alla concessione dell’ammortizzatore sociale.
ZERO LICENZIAMENTI E RISPETTO DEL CCNL!!!
Non possiamo però esimerci dall’affermare che questi obiettivi immediati saranno solo una mera “boccata di ossigeno”, se non diventeranno un volano per una lotta più generale dei lavoratori dell’intero settore, che abbia come obiettivo finale una reale stabilizzazione. Al di là del “fumo negli occhi” delle clausole sociali, una seria lotta per l’internalizzazione dei lavoratori dei call center nelle aziende committenti è oramai improcrastinabile.
Ci rendiamo disponibili ad incontrare i lavoratori di Almaviva Contact di qualsiasi sede, al fine di coordinare le varie lotte locali e organizzare insieme le prossime mobilitazioni nazionali.
COBAS Almaviva Contact
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