L’annuncio dello SPEZZATINO di TIM e la decisione di LABRIOLA (portavoce di VIVENDI) di ridurre i costi del personale del 20 % non hanno nulla a che vedere con PIANI INDUSTRIALI e rilancio delle TELCO ITALIANE.
Sono una mera operazione finanziaria volta a recuperare lo sconcerto delle BORSE MONDIALI che quotano le Azioni a 0,25 Euro (contro l’1,00 Euro costate al francese Bollorè) con la speranza che, dopo il 7 luglio, il presentarsi agli azionisti con LAVORATORI e LAVORATRICI TAGLIEGGIATI e Aziende dall’aspetto snello, favoriscano ulteriori ingressi di investitori e una rivalutazione finanziaria.
NEL FRATEMPO VANNO DESERTI I BANDI DEL PNRR, quelli più importanti dove con i soldi pubblici dell’EUROPA, cioè i soldi nostri, dovremmo “cablare” le aree bianche del PAESE.
L’Italia si è già contraddistinta per aver FALLITO i PIANI PREVISTI DEL 2020, adesso il MINISTRO della TRANSIZIONE DIGITALE COLAO (ex AMMINISTRATORE DELEGATO di VODAFONE) dovrà chiedere all’Europa di non pretendere indietro i SOLDI stanziati per i BANDI andati falliti. Insomma una deroga alle norme internazionali che servono ad evitare lo sperpero di soldi pubblici.
Ricordiamo che nel PNRR sono stanziati circa 6,7 miliardi da investire fra reti fisse e 5G
Il primo bando ad andare deserto fu quello scaduto il 22 dicembre 2021. Poca Roba. 60,5 Milioni di Euro per cablare una ventina di isole minori di Sicilia, Sardegna, Puglia e Toscana con Fibra e cavi sottomarini (pensate che ritorno economico avremmo avuto per il turismo ed i servizi in generale). Il bando poi è stato aggiudicato per una cifra molto inferiore da ELETTRA TLC S.p.A. con una proroga sulla data di scadenza).
Il secondo pochi giorni fa: Questa volta il governo aveva stanziato 974 Milioni di Euro ed una copertura di circa il 90% degli investimenti privati per la cosiddetta “GARA 5G”.
I due (ma i lotti non assegnati sono circa 6) si aggiungono al continuo rinvio dei BANDI PER SANITA’ PUBBLICA e SCUOLA.Per non parlare poi delle perplessità del Ministro Giorgetti sugli obiettivi da raggiungere nel 2026
per il progetto “Italia a 1GIGA” e gli allarmi sulla mancanza di personale necessario per portare a termine lavori entro il 2026.
Ascoltare in questi giorni i nostri responsabili cercare giustificazioni inutili alle scelte del TOP MANAGEMENT AZIENDALE e condirle con paroline che richiamano alle responsabilità verso il paese, le sfide del PNRR” la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale è un comportamento che andrebbe stigmatizzato sempre e ovunque. Non solo dai DELEGATI e dalle DELEGATE sindacali.
E’ tempo che anche i lavoratori e le lavoratrici, che poi sono anche cittadini e cittadine di questo PAESE comincino a fare la voce grossa e i nostri responsabili devono cominciare a dire chiaramente da che parte stanno.
IL PIANO AZIENDALE oltre a prevedere un ulteriore taglio dei nostri salari (BADATE BENE, DEI NOSTRI ..NON DEI LORO), prevede la fine di TIM, senza alcuna garanzia INDUSTRIALE e REGOLATORIA. (ma ci torneremo con un comunicato)
Le ricadute occupazionali e la distribuzione del DEBITO anche sulla società a controllo pubblico sono…AFFARE PUBBLICO perché le conseguenze di tali scelte saranno gestite dai Ministeri competenti con risorse pubbliche.
IL PIANO AZIENDALE che per ora è sposato dal GOVERNO DRAGHI, dal Ministro COLAO, dal Ministro GIORGETTI e da CASSA DEPOSITI e PRESTITI rischia di privare i PAESE di un ASSET STRATEGICO determinante per l’intero settore, per sviluppare le infrastrutture di TLC – soprattutto nelle aree bianche/grigie – per far funzionare i servizi pubblici in questo maledetto Paese che in anni di privatizzazioni sono sprofondati grazie al costante finanziamento verso le imprese private.
Per questo riteniamo che TIM debba ESSERE UNICA e PUBBLICA. TIM, tutta intera. NON UNA SOCIETA’ DELLA RETE con due – 3 anni di vita. Tutta intera. E questo si può fare: con un aumento di capitale importante da parte di CDP, con l’uso della GOLDEN POWER da parte del Governo che metterebbe fine alle speculazioni finanziarie (tipo quelle di KKR). Serve un cambio di paradigma: PUBBLICO vs MERCATO…altro che 5G !!!
Fino ad ora le nostre imprese hanno dimostrato scarsa propensione verso il RISCHIO DI IMPRESA e maggiore propensione verso la distrazione di soldi pubblici…insomma i soliti parassiti all’italiana. Che almeno i nostri responsabili non si facciano alfieri di cotanto malcostume.
Fra l’altro la mancata partecipazione ai bandi sembra anche una RITORSIONE: A settembre 2022 i maggiori competitor che si sono aggiudicati le frequenze 5G dovranno pagare una MAXI RATA…di TASSE…ecco…pare proprio che non lo vogliano fare !!
IL PIANO AZIENDALE VA RESPINTO – TIM DEVE ESSERE UNICA E PUBBLICA
Roma 22/05/2022
COBAS TIM