La Corte Suprema di Cassazione ha decretato che avevamo ragione noi, che l’abbiamo sempre avuta. Ha infatti sancito che la cessione Vodafone 2007 fu illegittima e sta producendo, una dietro l’altra, sentenze che sottolineano come per poter cedere un ramo è necessario che esso sia autonomo, mentre i rami ceduti nel 2007 non lo erano.
Siamo stati soli a sostenerlo all’epoca della cessione, siamo stati soli per nove anni, contro tutto e contro tutti, siamo stati soli quando abbiamo subito la rappresaglia aziendale della messa in mobilita’ dei primi vincitori di Roma.
Eravamo soli, ma con la profonda e incrollabile convinzione che era stata compiuta ai nostri danni un’azione illecita, che aveva creato un danno inaccettabile alla nostra qualità di vita e di lavoro e con la costante determinazione a vedere sanata questa ingiustizia perché il mondo nel quale vogliamo vivere e nel quale vogliamo far vivere i nostri figli conosce e ha come fondamento doveri, diritti, coraggio e coerenza.
Eravamo soli e ci siamo organizzati. Nel corso di questi lunghi nove anni l’azione legale si e’ avvalsa della collaborazione della sigla sindacale COBAS che e’ riuscita a fornire ai lavoratori l’alternativa di non subire ma reagire, sia nei luoghi di lavoro sia nelle aule dei tribunali.
Oggi e’ stato scritto in modo incontrovertibile che la cessione non si poteva fare.
E’ una vittoria nostra, ma non solo nostra.
E’ per noi il riconoscimento del fatto che esistono sempre alternative anche di fronte a eventi enormi, che stravolgono in un attimo la vita di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie, anche di fronte a colossi aziendali e sindacali che infiocchettano le aberrazioni societarie con accordi che ricevono plausi generalizzati e che invitano a considerare ciò che si ha ancora e non ciò che si e’ perduto.
Siamo fieri del percorso fatto, nel corso del quale abbiamo conosciuto sgomento, dolore, preoccupazione, gioia, felicita’, condivisione.
E’ una vittoria nostra, ma non solo nostra perché abbiamo forte la sensazione che da oggi quanto accaduto possa e debba di diritto uscire dalla dimensione della storia di una singola azienda e di un singolo gruppo di lavoratori, per diventare un patrimonio di lotta e di conoscenza per il nostro paese.
Le aziende devono rispettare il lavoro perché è attraverso di esso che fanno profitto. Chi invece decide di fare il contrario, deve mettere in conto di pagare alti prezzi.
Lo abbiamo dimostrato e abbiamo scritto una pagina importante per affermare che resistere si deve e che le energie per sovvertire un destino che altri tracciano per noi ci sono e si possono coordinare.
Ricordiamo tutto, ogni momento, ogni sconfitta e ogni vittoria e ricordiamo il ruolo giocato da ogni attore in questa tragedia annunciata e vissuta e che oggi possiamo guardare come una parentesi durata troppo a lungo.
Ricordiamo e ricorderemo sempre la tracotanza aziendale.
Ricordiamo e ricorderemo sempre il ruolo per noi inaccettabile svolto da CGIL, CISL e UIL che allora si impegnarono per convincere i lavoratori smarriti che l’accordo che ha accompagnato la cessione del 2007 fosse il migliore possibile e che ancora oggi difendono quell’accordo, nonostante la Magistratura abbia ormai senza ombra di dubbio stabilito che si è trattata di un’operazione illegittima.
Per nove anni hanno speso ogni forza per difendere l’indifendibile e per demonizzare qualsiasi ipotesi e qualsiasi soggetto che non fosse con loro allineato.
Per nove anni noi COBAS abbiamo lottato e vinto a fianco dei lavoratori l’unica battaglia possibile per difendere veramente i posti di lavoro.
Questo siamo stati e saremo come COBAS. Sempre!
Coord. Nazionale COBAS Vodafone e Comdata