IL 23 NOVEMBRE SI E’ SVOLTO L’ANNUNCIATO INCONTRO fra TIM e il COORDINAMENTO NAZIONALE in merito alla separazione SERV.CO/NET.CO al quale hanno partecipato anche i delegati dei COBAS. La convocazione HA PRECEDUTO DI POCO l’uscita dei primi ordini di servizio che definiranno la nascita delle due divisioni, che ristrutturano gli asset aziendali in funzione del “CLOSING” (estate del 2024).
Di fatto, l’Azienda avvia i processi di costituzione del ramo d’azienda della NETCO, a valle dei quali APRIRA’ LE PROCEDURE DI CESSIONE secondo le norme di legge vigenti.
Nella NETCO, confluiranno tutte le strutture e il personale che oggi afferiscono a ELISABETTA ROMANO, ad eccezione della RETE MOBILE, la RETE CORE, le PIATTAFORME, la logistica commerciale, che radiomarittimi, la componente IT (Support Sistem – che supporta le componenti di rete di cui sopra) i quali vanno direttamente sotto l’AMMINISTRATORE DELEGATO. Stiamo parlando di circa 1800 persone che transiteranno successivamente sotto SERVICE CO o TIM che dir si voglia.
Confluiscono in CHIEF NETWORK, OPERATION & WHOLE SALE OFFICE anche le funzioni di STAFF presenti nelle altre strutture aziendali che gestiscono NOW (Circa 850 persone) e una piccola attività di IT CORPORATE (ERP), circa 35 persone.
Negli ordini di servizio, inoltre, le strutture AUDIT e COMPLIANCE verranno sdoppiate e al momento del CLOSING una parte finirà sotto NETCO. Sono al momento strutture autonome e di controllo che non dipendono dall’Amministratore Delegato.
L’approfondimento delle SLIDE PROIETTATE e la lettura dei futuri ordini di servizio ci permetterà di migliorare la lettura di quanto illustrato.
Di certo possiamo affermare che si delinea quanto abbiamo paventato nel corso degli ultimi 2 anni : la costituzione di una BAD COMPANY con il fiato corto dal punto di vista industriale e con un debito importante.
Nel nostro intervento, come COBAS abbiamo ribadito che RITENIAMO IL PROCESSO DI SEPARAZIONE e LA COSTITUZIONE DELLE DUE AZIENDE UNA IETTATURA, per i lavoratori e le lavoratrici e PER IL PAESE. E’ evidente che si tratta di speculazione finanziaria che nulla ha a che vedere con un progetto industriale volto a migliorare il servizio. Siamo contrari a questa operazione: da oltre un decennio, nel silenzio assordante dei governi e dei sindacati firmatari rivendichiamo la necessità di una TIM unica e pubblica. Riteniamo ci sia ancora il tempo, ma per far questo avremmo ancora bisogno di sindacati coraggiosi, ma soprattutto di lavoratori e lavoratrici determinati a difendere i propri diritti e il futuro del posto di lavoro che siano capaci di condizionare la politica che in questa fase è complice delle scelte dei gruppi che governano la nostra AZIENDA. Limitarsi alla difesa esclusiva del perimetro occupazionale vuol dire non fornire alcuna garanzia per tutti i lavoratori e le lavoratrici delle due aziende, viste le normative esistenti.
Registriamo nuovamente l’enorme arrendevolezza delle organizzazioni sindacali (forse con unica eccezione della UILCOM) e le enormi difficoltà e/o disinteresse delle organizzazioni sindacali alternative a costruire un processo serio e unitario che possa ancora fermare il progetto con iniziative di lotta concrete.
Come COBAS Non diamo assolutamente per scontato che l’operazione sia chiusa. Chi lo fa, per noi, sbaglia. Per questo stiamo organizzando nuove iniziative di risposta. Abbiamo 6 mesi di tempo per fermare lo scempio.
Il 30 NOVEMBRE 2023 Una Tavola ROTONDA NAZIONALE (SU PIATTAFORMA ON LINE) IN CUI AFFRONTARE INSIEME a diversi delegati e delegate di USB e CUB la discussione sui provvedimenti aziendali.
Il 12 DICEMBRE una giornata di lotta nazionale di cui comunicheremo a breve le modalità.
Pensiamo che vada fatto il massimo sforzo anche unitario. I Rischi indicati nell’operazione sono molto seri, considerata anche – al momento – la mancanza degli strumenti di gestione di eventuali esuberi in forma meno traumatica.
Roma 23/11/2023
COBAS TIM