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Il 13/12/2018 si è consumata una pagina nera della storia sindacale di questa azienda.

Il 30/11 l’azienda presenta la sua proposta che, riassumendo in sintesi, prevede l’obbligo di fruizione entro l’anno di 23gg di ferie con la loro totale pianificazione entro l’anno, 32 ore di EF + 8 ore del 4 novembre + un ulteriore  bonus di 8h qualora si siano consumate tutte le spettanze sempre al 31/12.

Si è istituita una commissione tecnica con la presenza di tutte le OO.SS. del Coordinamento Nazionale per approfondire i temi e le richieste.

La commissione riunitasi ben 2 volte, ha avanzato diverse proposte, spesso anche unitariamente e, in data 11/12 i Cobas hanno formalizzato, con un documento reso pubblico e inviato all’azienda,  una proposta di 52 ore EF con meccanismi di Bonus e Ferie per 23gg.

La delegazione aziendale ha più volte sollecitato di ragionare su questa proposta in quanto teneva conto sia dell’obiettivo aziendale di “FRUIZIONE ENTRO IL 31/12 DI TUTTE LE SPETTANZE” e, tutto sommato, era anche ragionevole il monte ore proposto come base di trattativa.

La commissione tecnica nella serata del 12/12, finalmente riesce a convergere unitariamente su una proposta trattabile di 60h totali da fruire entro il 31/12 di  cui si dovevano discutere le modalità di fruizione.

Il 13/12 viene ufficializzata la proposta della commissione al tavolo nazionale con un relatore della commissione di appartenenza SLC-Cgil.

L’azienda, sebbene ribadisca fin da subito che 60 ore sono troppe, si dichiara disponibile ad aprire la trattativa e a discutere di eventuali mediazioni a fronte della garanzia della completa fruizione delle spettanze entro l’anno in corso, ma sottopone la discussione alla reale volontà di arrivare ad un impianto condiviso, magari a partire proprio dalla proposta avanzata dai Cobas, definiti già Arditi.

Qui accade ciò che non ci saremmo mai aspettati!  Mentre la maggioranza della delegazione sindacale è disponibile ad approfondire le proposte sulla base dell’impianto “AUMENTO DELLE EF=FRUIZIONE TOTALE”, la Slc-Cgil chiede l’ennesima riunione ristretta tra le Segreterie e l’Azienda per un “chiarimento politico” dopo solo 1 ora dall’inizio lavori!

Il coordinamento Nazionale non si riunirà più per tutta la giornata e alle 21.40 un membro della delegazione aziendale comunica alle RSU che la trattativa è finita e che la proposta aziendale è RETROCESSA a 23gg di Ferie, 32H di EF + 8H del 4 Novembre e,  chi finisce il monte ore potrà  usufruire di ulteriori 8 h da recuperare nel trimestre successivo.

L’irrigidimento su alcuni punti, sui quali invece la commissione tecnica aveva trovato delle soluzioni, ha INCENERITO gli avanzamenti prodotti: la dinamica antidemocratica per cui tutta la trattativa del 13/12 si è svolta in ristretta ha svelato anche l’infinità capacità di rovinare tutto!

E’ stato dimostrato l’assoluto disprezzo per la composizione delle RSU del Coordinamento Nazionale, delegittimando anche i propri delegati in commissione, insultando il protocollo sulla rappresentanza e il contratto che loro stessi si sono scritti in cui si definisce il Coordinamento Nazionale titolare della trattativa e non le segreterie! 

Da parte nostra auspichiamo che i “grandi condottieri” tornino sui loro passi e diano fiducia al lavoro svolto, non senza fatica, ma con spirito unitario e che aveva prodotto avanzamenti ben migliori di quelli dei più “esperti dirigenti”.

Riteniamo fondamentale raggiungere un accordo che guardi alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario come strumento risolutivo della crisi che ha portato l’azienda ad anni di ammortizzatori sociali. Riteniamo fondamentale conquistare tempo libero per migliorare la qualità della nostra vita.

Senza contare che, il risparmio prodotto dall’eliminazione in bilancio di poste di milioni di € per ferie e permessi non goduti, produrranno le disponibilità necessaria a finanziare il contratto di 2 livello.

Pertanto l’autoreferenzialità con cui si è fatta saltare la trattativa per motivi che esulano dagli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, aggiunge al danno la beffa.

Invitiamo tutte le parti a fare un passo indietro e a ripartire dai lavori della Commissione del Coordinamento Nazionale, e ad ascoltare le controproposte aziendali sulla base di quell’impianto di ragionamento presentato, sia per le migliorie indubbie che avrebbe apportato sia per riaffermare la titolarità alla trattative, la democrazia sindacale, e la legittimità delle RSU.

In questo “pastrocchio di ristrette” le segreterie di Cgil-Cisl-Uil sono riuscite anche a negare le verità documentate nero su bianco al fine di nascondere la propria incapacità.

14/12/2018

COBAS TIM