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Così potremmo sintetizzare l’incontro del 13 marzo fra TIM e  Coordinamento Nazionale RSU nel quale l’Azienda ha fornito diversi dettagli sul PIANO STRATEGICO, sulla costituzione della NETCO e sulla gestione del personale.

Gli obiettivi che si pone il piano triennale è sostanzialmente mirato al mantenimento dei  ricavi e ad un aumento dei margini “EBITDA”.

Per raggiungere tali obiettivi, si punta alla digitalizzazione della Società, sullo sviluppo del 5G in ambito mobile, sviluppo ed utilizzo dell’intelligenza artificiale e sicurezza  delle  reti.

Per quanto riguarda gli investimenti, il piano si prefigge un decremento in termini percentuali rispetto ai ricavi, passando dall’attuale 25% circa al 19% circa, focalizzandoli dove vi è – in termini di prospettiva – un ritorno economico; tale scelta genererà un cash-flow che potrebbe essere utilizzato per la riduzione del debito e per incrementare il ritorno agli azionisti.

Il piano industriale prevede anche il mandato conferito all’AD per realizzare la societarizzazione della rete “NETCO“ controllata al 100 % dal gruppo, con l’obiettivo di ridurre il contenzioso con gli OLO, dando una parità d’accesso a tutti compreso Tim e per predisporsi  in    termini    concorrenziali  con   l’altro  operatore  “OPEN FIBER “  per  la  vendita all’ingrosso dell’accesso in fibra.

Il processo durerà circa 15-18 mesi sarà diviso in due fasi :

1 FASE – IDENTIFICAZIONE DEL RAMO DI AZIENDA Presentazione del progetto all’autorità (AGCOM) per essere sottoposto a consultazione pubblica: “Il perimetro è l’ACCESSO comprensivo delle circa 10400 centrali fino a casa cliente (Apparati tecnologici, stazioni di energia, FTTH/FTTC/ADSL, palificazioni, PSTN, BB, sistemi informativi (circa 60). 22.000 dipendenti circa comprensive dell’attuale Open Access, dal l’8% del settore Tecnology  e dal 25% del personale di IT”

2 FASE – CREAZIONE DELLA SOCIETA’  La nuova società avrà un rappresentante dell’AGCOM , nel   CDA , come previsto dalla GOLDEN POWER.

Sulle ricadute occupazionali: l’Azienda conferma quanto richiesto al coordinamento negli incontri precedenti e quindi “solidarietà espansiva, Art.4 legge Fornero ed esodi incentivati, riconversioni professionali tramite Job Center”, minacciando che in mancanza d’accordo procederebbe all’apertura delle procedura per attivare la CIGS.

LE NOSTRE INCERTEZZE :

Siamo allo spezzatino con due società da 22/25.000 lavoratori e lavoratrici. Una incertezza che coinvolge anche tutto l’indotto e non è esente dalle “Sfuriate del mercato”. L’Avanzata del FONDO ELLIOT, che si presenterà alla Assemblea degli azionisti il 24 Aprile, ci dimostra che senza un intervento diretto dello Stato negli assetti azionari, non vi è stabilità finanziaria, e di conseguenza non esistono piani industriali sicuri capaci di garantire prospettive, occupazione e salario.

Sui lavoratori e sulle lavoratrici pesano le scelte passate : Le privatizzazioni, le cessioni del parco immobiliare, le scelte avventate di PAGGI & CO, la decisione del GOVERNO di procedere con il progetto OPEN FIBER, pur di non tornare negli assetti azionari di TELECOM e la certezza che le nuove compagini governative rimarranno ferme su questa linea.

L’ulteriore incertezza è tutta dentro la costituzione delle due società : la NETCO, un carrozzone di 22.000 persone; la SERVICE CO la società dei servizi prevalentemente commerciali, che sarà considerata dalla NETCO al pari degli OLO…le incertezze sulle tenute occupazionali sono le stesse che abbiamo sulla tenuta degli assetti azionari.

Poco chiara inoltre è la ripartizione del debito, se questo, cioè, sarà spalmato sulle due società o se rimarrà nel gruppo.

Sull’UNICITA’ di TELECOM ITALIA/TIM abbiamo già detto e proposto molto, registrando l’indifferenza se non la contrarietà di tutti gli interlocutori fin qui consultati vecchi e nuovi. Così come abbiamo registrato lo scetticismo dei lavoratori e delle lavoratrici.

Sulla gestione del personale invece riteniamo LE PROPOSTE AZIENDALI IRRICEVIBILI, compresa quella di una solidarietà espansiva a tempo determinato. Come pure irricevibili sono le proposte avanzate da parte sindacale circa la costituzione di un fondo per far pagare ai cittadini, ai lavoratori e alle lavoratrici e alle imprese il costo della crisi nel settore (magari con un aumento sulle tariffe o un ulteriore prelievo in busta paga).

Un piano di ristrutturazione ambizioso ha bisogno anche di piani ambiziosi per tutelare SALARIO E DIRITTI di chi lavora se non vuole rivelarsi come una bieca manovra speculativa.

E’ per questo che siamo pronti ad accettare la sfida della discussione con l’Azienda ma a condizione che la RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO sia a PARITA’ DI SALARIO. 

Utilizzando gli stessi strumenti l’Azienda avrebbe tutta la possibilità di perseguire questo obiettivo, consentendo comunque una fetta consistente di risparmi legati a tale operazione.

COBAS TIM

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