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In data 9 Maggio 2017 si è svolto a Milano un incontro tra Vodafone, Coordinamento delle Rsu e OO.SS. convocato dall’Azienda per ottemperare all’obbligo previsto dal CCNL di dare alla compagine sindacale l’informativa annuale su temi quali i programmi di investimento, gli assetti tecnologici e organizzativi, i programmi di formazione e aggiornamento professionale, gli orari di lavoro, ecc., ecc.

Tale preannunciata e dovuta informativa si è rivelata una rapida e poco dettagliata carrellata solo su alcuni punti. È stato annunciato che il 2017 e il futuro prossimo vedranno l’Azienda muoversi in tutti gli ambiti in base a 5 priorità individuate quali linee guida di ogni proprio agire:

Brand – Call Center – Rete – Potenziamento Rete Fissa – Digitalizzazione.

La vera notizia del giorno si è rivelata essere un’altra.

Vodafone ha infatti annunciato di voler modificare l’intero impianto della contrattazione aziendale nazionale, ovvero l’insieme di tutte le norme sancite nel corso degli anni da azienda e sindacato ad integrazione di quanto stabilito nelle varie materie dalla legge e dal CCNL, al fine di eliminare “ciò che non serve più” e introdurre le modifiche atte a ottenere un nuovo impianto di regole più aderente alle necessità e ai cambiamenti intervenuti e/o da incentivare, e naturalmente anche orientato all’attenzione  per la riduzione dei costi.

Nessun dettaglio, nessuna maggiore specifica. E’ stato detto unicamente che, a partire da settembre 2017, verranno fissati una serie di incontri nazionali sul tema.

Si tratta, a nostro parere, di un’autentica notizia bomba, preannunciata mesi fa dalla affermazione aziendale che il lavoro in Vodafone non avrebbe potuto continuare a vedere garantiti i diritti e il salario come li abbiamo sempre conosciuti. Alla luce di quella dichiarazione e pensando a tutti gli strumenti di flessibilità e di deroga già a disposizione delle aziende, sia per modulare il lavoro sulle variabili condizioni di mercato che per tagliare sul costo del lavoro, siamo decisamente preoccupati rispetto alle richieste di rivisitazione degli accordi in essere che verranno effettuate.

Indubbiamente su questa trattativa avrà inevitabili e forti ripercussioni la trattativa sul rinnovo contrattuale che sappiamo essere stata riaperta, ma di cui ad oggi non si conoscono né date della ripresa né eventuali avanzamenti nel merito delle posizioni di una parte o dell’altra dei soggetti trattanti.

Eppure la notizia che ha occupato gran parte della esposizione aziendale e della discussione è stata un’altra.

Vodafone infatti ha anche comunicato perimetro, aspetti economici e modalità di un’operazione che ha lei stessa definito Offerta Pubblica di Uscita, volontaria, non negoziabile, riguardante un massimo di 250 dipendenti provenienti preferibilmente da nove aree nelle quali lavorano complessivamente 1000 persone, offerta della quale, dopo le voci ufficiose circolanti da giorni, da martedì sono ormai noti tutti i dettagli

Vodafone ha affermato che al momento il perimetro occupazionale è stabile e che non ci sono esuberi e ha pertanto dichiarato di escludere qualsiasi conseguenza nel caso in cui non si dovessero raggiungere per intero le 250 posizioni offerte nonché qualsiasi ripercussione verso coloro che, rientranti nel perimetro dell’iniziativa, non dovessero aderire a questa offerta economica di buonuscita.

In questi termini è evidente che l’iniziativa riguardi solo le scelte personali e individuali dei lavoratori e che non sia quindi materia collettiva di confronto o informativa sindacale. Infatti fino ad oggi, ogni qual volta l’Azienda ha ritenuto di elargire buonuscite, lo ha sempre fatto indipendentemente dai sindacati, senza comunicazione alcuna.

Quello che è accaduto il 9 maggio a Milano però dimostra l’abilità di questa Azienda che ha utilizzato una sede sindacale per annunciare questa iniziativa contando, a ragione, sul fatto che la controparte avrebbe svolto la funzione di potente e veloce megafono di diffusione.

Le aree alle quali appartengono le persone destinatarie di questa offerta economica sono state definite come a rischio in una prospettiva temporale decisamente inferiore a un quinquennio. Riteniamo che sia questo l’aspetto più degno di nota dell’operazione, aspetto al quale come Organizzazioni Sindacali dovremo prestare molta attenzione nel prossimo futuro.

Coordinamento Nazionale Cobas Vodafone

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