E’ andato bene lo sciopero del settore telecomunicazioni indetto anche dai COBAS per il rinnovo del contratto nazionale di settore. Tante partecipatissime manifestazioni hanno affollato le principali città italiane, dove hanno sfilato fianco a fianco i lavoratori e le lavoratrici delle principali aziende: TIM, VODAFONE, COMDATA,WIND, ALMAVIVA, ABRAMO, solo per citarne alcune.
E’ stata una risposta forte alle richieste arroganti delle imprese del settore, capitanate da ASSTEL, le quali, vorrebbero introdurre anche norme peggiorative del JOBS ACT sul controllo a distanza, ridurre gli aumenti salariali in busta paga, introdurre sostanzialmente il cottimo individuale legato alla produttività individuale, avere la massima flessibilità sugli orari di lavoro, continuare a trarre profitto da esuberi e ricorsi continui agli appalti e al trasferimento delle attività all’estero.
La nostra mobilitazione prosegue.
Riteniamo fondamentale rimanere coesi, unire tutte le forze e tutti i lavoratori e le lavoratrici, mantenendo chiari e indiscutibili gli obiettivi della mobilitazione.
Rivendichiamo aumenti salariali in Busta Paga e non accettiamo la logica che si determinata nei settori metalmeccanico/Igiene Ambientale/Trasporto Pubblico Locale dove, il grosso degli aumenti sono finiti nel cosiddetto WELFARE AZIENDALE, CO-GESTITO dalle OO.SS. firmatarie e dalle Imprese.
Rivendichiamo il rifiuto del JOBS ACT e l’introduzione del controllo individuale della prestazione lavorativa che significa la reintroduzione del COTTIMO nonché la vessazione oltre ogni limite di chi lavora, spesso sottopagato e sottoposto a ricatti continui, nelle fabbriche delle voci, i call center.
Rivendichiamo la tutela delle professionalità e rifiutiamo lo scempio del demansionamento a tutti i livelli che sarò messo in atto solo per comprimere il costo del lavoro e non per salvaguardare l’occupazione.
Gli accordi sul controllo a distanza in VISIANT CATANIA, gli accordi sugli aumenti da destinare al WELFARE in ATLANET ci dicono che da parte delle organizzazioni trattanti c’è un comportamento poco chiaro e che dovrà essere massima l’attenzione durante tutta la trattativa
Rivendichiamo una maggiore rigidità nella modifica degli orari di lavoro da parte delle imprese.
Queste sono per noi, le basi minime per discutere del rinnovo in un settore sotto attacco e dal futuro incerto e queste sono le parole d’ordine che ci siamo dati per considerare dignitoso il rinnovo del CCNL.
Infine, ma nient’affatto per ordine di importanza, le vicende MEDIASET-VIVENDI-TIM-ENEL dimostrano come l’intero settore è diventato il tavolo di Gioco del RISIKO, dove da una parte imprese e finanza fanno “il bello e cattivo tempo” e dall’altra parte, il Governo è incapace di prendere in mano le redini della situazione a tutela delle strategicità delle telecomunicazioni, delle centinaia di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, di quello che una volta era un servizio pubblico.
La vicenda dei licenziamenti di Almaviva, il continuo ricorso agli appalti, sopratutto da parte di enti pubblici, le continue concessioni di ammortizzatori sociali, dimostrano che il Governo sta agevolando la chiusura delle imprese e delle attività nel Nostro Paese senza che vengano presi provvedimenti legislativi seri per contenere una delocalizzazione selvaggia.
La nostra lotta dovrà essere lunga e costante.
A Roma, va denunciato il rifiuto (da parte delle organizzazioni SLC-FISTEL-UILCOM) a far intervenire dal palco sia i lavoratori e le lavoratrici autoconvocati del CLAT (Collettivo Lavoratori Autoconvocati Telecom) che i Cobas, nonostante le richieste ufficiali fatte pervenire nel clima unitario della mobilitazione di ieri e l’ancora più grave il divieto della questura di far sfilare la manifestazione dei lavoratori e delle lavoratrici verso Piazza Barberini e la sede dell’ASSTEL. Quest’ultima inoltre ha rifiutato di ricevere una delegazione formata dal CLAT e dai COBAS.
PROPONIAMO FIN DA ORA, LA COSTRUZIONE DI UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA entro FEBBRAIO che coinvolga nuovamente tutto il settore e metta insieme in una sola volta le migliaia di persone che da mesi si stanno battendo contro l’arroganza padronale.
UNITI SI VINCE!
COBAS TELECOMUNICAZIONI